in Franco Battiato, L’ombrello e la macchina da cucire, 1995
(testo di Manlio Sgalambro, musica di Franco Battiato)
Fornicammo mentre i fiori si schiudevano
al mattino e di noi prendemmo piacere,
sì, l’un l’altro.
Ora la mia mente andava,
seguiva le orme delle cose che pensava.
Una canzoncina ardita mi premeva
le ossa del costato…
e il desiderio di tenere
le tue tenere dita. Libero.
Vorrei tra giaculatorie di versi spirare –
e rosari composti di spicchi d’arancia,
e l’aria del mare,
e l’odore marcio di un vecchio porto,
e come pesce putrefatto putrefare.