in Franco Battiato, Ferro battuto, 2001
(testo di Manlio Sgalambro, citazioni da Plutarco, musica di Franco Battiato)
Fu nefasta e temibile l’età del tempo
di profonda e irrimediabile povertà
quando ancora non si distingueva l’aurora dal tramonto
quando l’aria della prima origine mischiata a torbida
e instabile umidità al fuoco ed alla furia dei venti
celava il cielo e gli astri
Come può la vista sopportare l’uccisione di esseri
che vengono sgozzati e fatti a pezzi
non ripugna il gusto berne gli umori e il sangue
le carni agli spiedi crude
E c’era come un suono di vacche
non è mostruoso desiderare di cibarsi
di un essere che ancora emette suoni
Sopravvivono i riti di Sarcofagia e cannibalismo