Dicerie

Manlio Sgalambro in Franco Battiato, Don Gesualdo, Bompiani, 2010, pp. 7-10

Il pensare “fecale” si nutre di rifiuti. La cultura splende nelle nostre case, libri e quadri eccellenti, dischi di musiche cinesi e cineteche piene di rarità… Ne esala odore di marcio e inizi di combustione. Frughiamo tra questi stracci e mangiamo. Questa è la diceria.
Caccia allo stambecco, fasto dello spirito e ghette bianche. Vecchia Europa. Coiti misti a impulsi sociali di tipo spinale. Eiaculatio præcox e regressione al Fato. Lenta agonia di esseri senza verità… Anche questa è la diceria.
Tra il tono borghese e il plebeo vi è quello che Kant chiamò “da signori”. In altre parole la diceria.
La diceria è fatta di resti. Appartiene di diritto alla nostra epoca.
Bufalino avverte la pesantezza di questo concetto, la responsabilità di averlo estratto da emozioni selvagge e di averlo portato alla luce per darlo in pasto, alla fine, a una massa di disperati che ne vogliono fare soltanto “buon” uso… Ma la diceria non perdona.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *