Vita

Manlio Sgalambro (Lentini (SR), 1924 – Catania, 2014) è stato un filosofo, scrittore e poeta.
Intellettuale tra i più eversivi e indipendenti del panorama culturale italiano, fuori dei quadri accademici e libero dai condizionamenti del pensiero dominante, esordisce tardivamente nella scrittura filosofica, dopo la pubblicazione tra gli anni Quaranta e Sessanta di brevi articoli su riviste di nicchia quali PrismaIncidenza Tempo Presente, con il saggio La morte del sole (1982), in cui sistematizza la sua precedente e copiosa produzione, dando voce a un nichilismo estremo – seppure non scevro di sfumature metafisiche – che lo avvicina a pensatori quali Friedrich Nietzsche, Emil Cioran e Karl Kraus.
La sua visione esistenziale, fatalista e quasi paradossale nella sua drasticità, e comunque sempre ancorata a una Sicilia che sembra sostanziarne il pensiero nel suo orizzonte di disperazione, si articola nei numerosi altri saggi pubblicati negli anni successivi (Trattato dell’empietà, 1987; Del pensare breve, 1991; Dialogo teologico, 1993; Dell’indifferenza in materia di società, 1994; La consolazione, 1995; Trattato dell’età, 1999; De mundo pessimo, 2004; La conoscenza del peggio, 2007; Del delitto, 2009; Della misantropia, 2012; Variazioni e capricci morali, 2013).
Curioso e ironico sperimentatore di commistioni tra generi e registri, nel 1994 avvia una felice collaborazione con Franco Battiato, con cui firma numerosi album (L’ombrello e la macchina da cucire, 1995; L’imboscata, 1996, contenente il brano La cura, cui deve la sua notorietà presso il grande pubblico; Gommalacca, 1988; Ferro battuto, 2001; Dieci stratagemmi, 2004; Il vuoto, 2007; Apriti sesamo, 2012), oltre che sceneggiature cinematografiche (Perduto amor, 2003; Musikanten, 2005; Niente è come sembra, 2007) e libretti d’opera (Il cavaliere dell’intelletto, 1994; Gli Schopenhauer, 1997; Campi magnetici, 2000; Telesio, 2011).
Cantante ironico e occhieggiante al pop nell’album di cover Fun club (2001) e paroliere per artisti quali Patty Pravo, Carmen Consoli, Milva e Adriano Celentano, realizza felici escursioni anche nel teatro di impegno civile (come nell’opera di Pippo Pollina Ultimo volo, 2007, in cui dà voce al Dc-9 Itavia affondato a Ustica) e nella poesia (Nietzsche. (Frammenti di una biografia per versi e voce), 1998; Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un poema, 2011).